Sono sola nel letto e non riesco a prendere sonno. Quello che è appena successo durante le vacanze lo porto dentro la mia mente come sul mio corpo conservo ancora le carezze del sole e delle corde di canapa.

Vieni alla porta ad aprirmi, sei scalzo, con indosso un paio di jeans scuri, un grembiule nero e una canottiera bianca. Sei incredibilmente sexy, così sexy che devo fare un respiro profondo e controllarmi per non saltarti addosso subito. Mi fai strada dentro casa tua; in cucina, a pochi metri dal tavolo da cucina è appeso il sacco da boxe su cui ti alleni.

La notte ormai era scesa, era rimasta solo una piccola luce che dalla volta dell’autobus illuminava il vecchio libro tenuto da quelle mani vissute. Era seduto una fila davanti alla mia, in uno scomodo sedile imbottito. Capelli castani, ben curati, lineamenti decisi ma piacevoli.....

.............Anche in questo pomeriggio freddo e piovoso.....quando una volta finito di scrivere.....la mia mano scivolera' verso il basso.......

La moralità si scontra spesso con la volontà, e alcuni confondono la nausea con l'amore. Lui e lei sono quel tipo di persona. Quattordici e quarant'anni, una stanza chiusa a chiave, ciocche rosse e due forze contrastanti. Quale seguire?

Pomeriggio grigio,fuori piove....sono sola in casa,il silenzio è assordante. La mente viaggia sconsolata sul da farsi e immancabilmente riaffiora in me quel pomeriggio di questa estate e decido di scrivere forse perche' cosi facendo il ricordo si fara' ancora piu' nitido.

Quindici anni passati con te. Ad adorare nessun altro che te. A desiderare nessun altro che te. Ad implorare nessun altro che te.

Erano passati mesi dalla prima e unica volta che avevo incontrato Marco. Quel rapporto consumato furtivamente tra i parcheggi di una zona industriale mi aveva lasciato con l’amaro in bocca e mi ero raffreddata nonostante fosse stata un’esperienza nuova ed inaspettata.

Mi ritrovo nel mio letto a chattare con un mio amico a raccontargli quello che ho appena vissuto.. sento male dappertutto e mi sento davvero stremata. Quando ho ricevuto l’invito ad andare da loro questa sera non mi aspettavo una serata così trasgressiva.

Tra i tanti che mi avevano contattato dopo l’inserzione di quell’annuncio ben poche risposte riuscivano a interessarmi veramente; era un annuncio molto esplicito, che lasciava ben poco alla fantasia dei maschietti, oppure che la accendeva vivacemente.

Luca non si poteva certo definire un comune fattorino, simpatico e spigliato si era rifiutato di arrendersi alla crisi e aveva a malincuore rinunciato a sfruttare la sua laurea in radiologia mettendosi a fare l'istruttore di fitness la sera e le consegne per una cartoleria per uffici di giorno.

Le splendide vetrate davano luce ed una impressione di libertà , sicuramente erano state uno dei motivi per cui era stato scelto l'appartamento dove ci eravamo appena trasferiti.

Avevamo ucciso la terra. Mentre fissavo con occhi sognanti quello splendido pianeta verde, duecento metri sotto la piattaforma sospesa nell'aria dove vivevo, pensavo che ormai erano già due anni che ero li.

L'isola che non c'è l'avevo scoperta quasi per caso, tramite una cara amica che c'era stata l'estate prima.

Il giorno del divorzio dal mio primo marito fu il più felice della mia vita. Fu anche il più umiliante, e se devo essere sincera non esiste una reale linea di demarcazione tra queste due affermazioni.

Era sera inoltrata e mi annoiavo. Mio marito era fuori per una conferenza di due giorni tra professionisti del settore, ed io non ero invitata.

Mi chiamo Ambra, ho venti nove anni e sono sposata con Luca che ha un anno più di me. Ho conosciuto Luca circa dodici anni fa.

Mi chiamo Monica, ho trentanove anni, sono alta uno e settantacinque, bionda naturale, terza di seno un bel culetto, sono una bella donna, anche se non mi metto mai in mostra, anzi gli sguardi allupati dei maschi m’infastidisco per via di una certa educazione derivata da una famiglia cattolico/borghese molto rigida.

Mi chiamo Anna, ho trentasette anni e sono sposata con Piero che ne ha due più di me. Abbiamo un figlio di nome Marco di diciassette anni, anzi ne farà diciotto fra due mesi. Siamo una classica coppia italiana. Lavoro come cassiera in un grosso super mercato, mentre Piero è socio di uno studio di commercialisti.

Mi chiamo Monica, ho ventiquattro anni, capelli rosso fuoco naturali, occhi azzurri, alta uno e settanta cinque, figura nell’insieme slanciata, ben proporzionata, un bel culo non troppo grande.

Sono le ventitre e trenta di una fredda notte, sto in piedi lungo il binario numero uno della stazione di Tarvisio, il vento pungente mi costringe rannicchiarmi tutto dentro il collo del mio giaccone.

Mi chiamo Liliana, ho quasi trentanove anni, da diciotto, sono sposata con Carlo, che ne ha due più di me. Abbiamo un figlio di nome Luca che avrà diciotto anni fra un mese.

Mi chiamo Carla, e sono sposata con Luca da oltre 25 anni. Luca è un uomo speciale, marito affettuoso, dolce e premuroso, ma a letto è un maiale senza rivali.

Mi chiamo Giulia ho 27 anni, sono alta uno e 85, occhi scuri capelli castani, terza di seno, cosce lunghe e affusolate, sormontate da un bel culo a mandolino, viso tondo e ben proporzionato, bocca ampia labbra carnose.

Mi chiamò Mara, ora poco passato quarant’anni, e lentamente mi sto accorgendo che anche se non voglio la mia mente ha cominciato a fare paragoni e bilanci. Sono sposata con Paolo circa vent’anni, ed abbiamo due figli, Luca di 19, è la femmina Sara di 17.

Ho già scritto di me e delle avventure che hanno coinvolto il mondo del mio lavoro. Per ora anche se ancora sono riuscita, con un po’ di fortuna, a non far trapelare nulla di quello che accade, ma mi rendo conto che sono nelle mani di altri per poter continuare a apparire la brava, moglie e l’insegnante severa a scuola, ma sempre pronta ad ascoltare i ragazzi e le loro problematiche.

Mi sveglio sdraiata sul divano, accanto a me c'è Sara, guardo l'ora sono le 3:00, all'inizio non mi rendo conto di dove siamo poi mi ricordo della cena e della festa organizzata da Elena con i ballerini e gli spogliarelli, siamo a casa sua riconosco il suo divano.

È' domenica una giornata lenta e piovosa, ho passato tutta la giornata in pigiama e mentre guardavo la TV sul divano mi sono addormentata. Sento vibrare il cellulare, sono ancora nel mondo dei sogni, apro gli occhi a fatica e rispondo meccanicamente con una voce da oltretomba.